Patto di sangue

commedia nera in due parti liberamente tratto dal Retablo de la avaricia , la lujuria y la muerte di Ramon del Valle-Inclàn Libretto di Sandro Cappelletto

Interpreti: Tania Bussi, Patrizia Orciani, Manuela Bisceglie, soprani; Gabriella Sborgi, mezzosoprano; Mirko Guadagnini, tenore; Roberto Abbondanza, baritono
Ensemble dell’Orchestra del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Direttore: Marcello Panni Regia: Daniele Abbado
Scene: Graziano Gregori Costumi: Carla Teti
Festival del Maggio Musicale Fiorentino 2009
Teatro Goldoni
Prima rappresentazione assoluta: 22 maggio 2009
Replica: 24 maggio 2009


Ha debuttato al Festival del Maggio Musicale Fiorentino, la nuova opera da camera di Matteo D’Amico tratta dal Retablo de la lujuria, la avaricia y la muerte di Ramon del Valle-Inclàn. L’opera, intitolata Patto di sangue, si presenta come un dittico che riunisce due dei cinque atti unici costituenti l’opera originale del grande drammaturgo spagnolo. Il libretto è curato da Sandro Cappelletto, l’organico prevede un ensemble di diciassette esecutori e sei cantanti in scena.
Le due parti di questa "commedia nera" si intitolano La rosa di carta e Patto di sangue: esse sono strutturate sul modello medievale del retablo , in cui le varie parti ruotano intorno ad un unico tema: la lussuria e l'avarizia che conducono alla morte. I personaggi, una collettività di miserabili sorretti dalla forza di un ambiguo misticismo, sono fantocci, marionette mosse da forze misteriose e rituali in una realtà che è solo apparenza, un dramma che si trasforma nel suo contrario, una tragedia che rivela, grottescamente, il suo volto di farsa

Blood pact - Music by Matteo D'Amico - Libretto by Sandro Cappelletto
This new chamber-opera is inspired to Ramon del Valle-Inclàn's (1866-1936) Polyptic of avarice, lust and death, that includes five texts (Blood pact, The Paper rose, The spell, The Baptist head and Sacrilege) based on the medieval pattern of the retablo, in which the various parts revolve around a single theme: lust and avarice which lead to death. Characters, a group of wretches supported by an ambiguous form of mysticism, are puppets moved by mysterious and ritual forces in a reality which is only appearence: a drama which turns into his opposite, a tragedy which reveals his farsical nature.
It is precisely the grotesque - called esperpento in the Spanish language - which characterizes Ramon del Valle-Inclàn's works in their latest phase. Max Estrella, the old blind poet protagonist of Valle-
Inclàn's masterpiece Luces de bohème, provides this enlightening definition: "esperpento was invented by Goya. The Spanish sense of tragedy in life can only be conveid by an aesthetic which has been sistematically misshapened - Spain is a grotesque deformation of European civilization - The most beautiful images seem absurd if seen in a curved mirror -"
This work of musical chamber theatre looks at two of the five one-act plays of the Polyptic: precisely the "melodrama for puppets" The paper rose and the "play for shadows" Blood pact. Means employed by the two micro-operas are: an instrumental group of 17 players and six singers.


La Rosa di carta, dalla Scena VII

Simeone: …… Perché
non mi rispondi, perché non mi guardi,
sei morta, morta, diventerai polvere,
diventerai nulla, esiste soltanto il nulla,
il nulla e il mio amore per te.

Musa (segnandosi): Sta’ zitto, mangiapreti,
almeno adesso rispettala.

(Pepe e il “cireneo” prendono la bara e la avvicinano al giaciglio di Floriana. Simeone li ferma)

Pepe: Amico mio, coraggio.

Simeone: Lascia che la guardi
ancora un momento.

Pepe: E’ bella come una sposa.

Simeone: La mia sposa.

I bambini (con incredibile autorevolezza): Papà!

(Simeone si volta verso di loro, il maggiore dei tre porge al padre una scarlatta rosa di carta, che Simeone posa tra le mani giunte di Floriana, come fosse un rosario. Poi, dalla tasca interna della giacca tira fuori una collana - la stessa collana ammirata in Patto di sangue - e la mette con trasporto al collo della moglie)

Simeone: Per te, mia sposa bellissima.

Musa: Bestemmia e sacrilegio,
borrachon y puerco.

Disa: Il suo primo gioiello l’ha avuto da morta.

Pepe: Simeone, comportati da uomo.

Simeone: E’ quello che faccio!
Quando entrerai in Paradiso
i santi faranno la coda per
ballare con te. Hai le carni di una Diana,
mia madonna fiorentina.

Disa: Fatti un nodo alla lingua, satana..

Musa: Hai tracannato l’inferno, malabestia.

Pepe: I compagni ti aiuteranno, non disperarti.

Simeone: Come è bianca la tua pelle,
hai le calze ricamate, sei bella come
una ballerina, una diva del cinema,
devi rimanere così per sempre,
farò imbalsamare il tuo corpo
meraviglioso per me, solo per me.

Disa: Non dare scandalo.

Musa: Signore, perdonalo se puoi.

Pepe: Amico mio calmati, per i tuoi figli.


Patto di sangue, dalla Scena VII e VIII

("Nera, nel vano luminoso della porta, si staglia la figura della Madre
che inalbera una scopa. Il giovane Arrotino si nasconde nell'ombra.
La Ragazza canta")

Ragazza: Me muero de risa.
De risa me muero.
Tengo la camisa
con un agujero.

Madre: Vieni dentro, bastarda, ribelle.
E finiscila con quel vagabondo.
Chiudi, metti la spranga.
Se qualcuno arriva, apro io.

Ragazza: Esperame, filador!

(I personaggi, come automi, agiscono mossi da un destino che si sta per compiere.
Dal buio dell'interludio, esce per prima la Ragazza.
La luna diventa sempre più chiara, gelidamente accecante, insostenibile)

Ragazza: Me muero... de risa,
de risa me muero.
Me muero, filador.
Mia madre cerca denaro.
Vuoi prendermi tu?

Arrotino: Non mettere l'acqua
vicino alla mia sete,
se non posso berla.

(La Ragazza di nuovo scompare, riappare, di nuovo svanisce nell’ombra)

Arrotino: Dove sei, dove sei, non ti vedo più!

Ragazza: (ridendo) L’anello, l’anello magico.
Volevi un abbraccio? Vieni a prendertelo!

Arrotino: Eccoti: cascasse il mondo, non ti lascio più.

Ragazza: Tu sarai il primo. Senti, c’è un buco nella mia camicia…

Arrotino: Mi fai impazzire, Mozuela.

(Distante, eppure ben udibile, il canto della Volpe)

Volpe: Turulù. Hay que alegrarlo
este relajo de vida. Comadre,
le quiedro la suerte.

(Si ode anche la voce della Madre)

Madre: Somos de un arte, comadre.

Volpe e Madre, (a due):
Arcos de sol, arcos de luna.
L'alma es perdida, hermana.
Arcos de vida... Me muero
de risa…

Ragazza: Qui ti ha morso il cane?!
Scopri la spalla, mostrami
il sangue...

Arrotino: Miralo.

Ragazza: Voglio succhiarlo.

Arrotino: Sirena, serpente, adesso strega.

Ragazza: Berrò il tuo sangue e
tu il mio. E tu sarai il primo.
Sei sposato?

Arrotino: Mozuela enamorada, ti chiedo perdono:
sono già impegnato, ho dato la parola
nella chiesa de Santa Maria
de Todo el Mundo.

Ragazza: Ma ora, filador, ora non vuoi bere il mio sangue,
e prima offrirmi il tuo? Per perdermi!

Arrotino: Mi fai perdere il cuore, bambina.