Opera in un atto su libretto di Sandro Cappelletto (1996)

Nicholas Clapton (Farinelli), Susanna Rigacci (Elisabetta), Roberto Abbondanza (Filippo V),
Orchestra e coro dell'Associazione In Canto- - Direttore: Fabio Maestri

Il privilegio estremo concessso a un cantante: fare della propria voce la cura - l'unica - capace di salvare un "Terror del mondo". Carlo Broschi Farinelli e Filippo V di Spagna, il re pazzo. Il giovane castrato arriva nella cupa reggia una sera d'agosto, per un solo concerto. Resterà 22 anni, ogni notte, sempre di notte, esalando arie, padrone e servo delle peripezie della mente del suo sovrano e schiavo. Un'esperienza assoluta, feroce.
Ora che è vecchio, passato di moda, dileggiato, vive rinchiuso nella sua villa bolognese tra clavicembali appartenuti a re, violini di Stradivari, tele di Velasquez e gioielli, troppi gioielli. Lo accudisce, oppiacea, una nipote speranzosa della morte precoce dello zio ricchissimo, dell'evirato cantore che aveva sacrificato la vita e il corpo alla propria arte. A lui non resta che ricordare. La memoria, breve conforto per chi era stato paragonato a Dio, e che ora, in una sorta di contrappasso crudele, va fuor di senno come il suo regale paziente.
La follia di Spagna, evocata nel flash-back che costituisce il nocciolo dell'azione, è compresa in un atto unico e incorniciata da un prologo e un epilogo bolognesi.
Suggestioni: il potere tenuto e perso, insieme alla sua dignità; un universo teatrale e artistico che, giunto al culmine, rapidamente si erode e crolla; l'irrealtà sublime e la verità di una voce perduta (per lui e per noi) per sempre.
Una voce , una vocalità che si fa stile, sogno, teatro delle meraviglie , delle passioni e dei tormenti: come evocare tutto ciò, come riappropiarsene, se non con la complicità del mezzo elettronico, duttile ormai al punto di piegarsi alle più varie e complesse esigenze espressive, sotto la veste di qualsivoglia linguaggio? Una voce dello spirito, della fantasia, che nasce nell'uomo e si trasforma nella macchina per tornare ad essere mito, sogno irragiungibile di potenza, non solo fantastica, ma anche terrena, sociale e politica. Intorno alla voce e alle sue possibili manipolazioni, costruire dunque un dramma della follia, del potere e della solitudine, agito da personaggi storici, sì, ma insieme figure a noi molto vicine nella loro tormentata solitudine esistenziale.

The highest form of recognition that a singer could ever possibly aspire to would be to cure a king of madness, simply by the power of his voice. Carlo Broschi Farinelli and Philip the fifth of Spain, the mad king.
The young castrato arrives at the dark royal palace on a summer evening in 1737 to give only one concert: he will stay for twenty-two years, kept back by the insistence of the queen, Elisabetta Farnese, who looks upon him as the only means to save the king and to preserve her power. Every night, and always by night, Farinelli sings for the king, he becomes both master and servant of Philip's phantasies. The king is now Farinelli's slave: the description of this absolute and fierce experience takes places in the central part of the opera.
The curtain rises and falls (prologue and epilogue) on Farinelli, who is old and alone, in his splendid house in Bologna. Forgotten by the world, Farinelli lives surrounded by his precious musical instruments, pictures by Velazquez or Murrillo and jewels, perhaps too many jewels: his young niece Carlotta, who is attending to him with the help of strong doses of opium, is only waiting for his death. Memories are the only consolation for a man who was compared to God: the flash-back is the theatrical means by which the Spanish events are evoked on the stage.
The main themes of this opera: the power that he once had and lost, along with his dignity; Farinelli remembers a theatrical and artistic world which upon reaching its apex immediately began to decline; a drama of madness, power and loneliness, played by historical characters, who are near us because of their tormented, existential plight; finally, one of the main themes is a voice lost for ever, which evokes a style and a special conception of theatre: a voice of the soul and of the fantasy, which becomes again myth, unattainable dream of social and political power.
The roles are the following: the old Farinelli (actor), the young Farinelli (sopranist), Philip the fifth, king of Spain (baritone), Elisabetta Farnese, queen of Spain (soprano), Carlotta, niece of Farinelli (soprano), a child (child voice), three doctors (tenor, baritone and bass).


Estratto (abstract)

FILIPPO: Puoi tutto! Ti aspettavo, prodigio.
Fair is foul and foul is fair. Giochiamo,
cantante, gioca a fare
Dio, crea la mia voce,
cancella il mio stigma, disponi
festa nella mia vita! Voce mi servirà,
voce per vivere ora
che sono già morto, parlami
da angelo, liberami dai demoni,
portami dentro di te.
Ti aspettavo, sai.

FARINELLI: Lascia l'onde, maestà,
lascia l'onde e il vento
infido, e vieni a riposar...

(Filippo tenterà ora di imitare la voce di Farinelli, che lo lusinga prima di vincerlo. Ogni parola chiave - "riposar", "vento", "infido", "gorgo", "onda" - viene tornita, variata, giocata come un barocco affetto)

FILIPPO: Riposar?

FARINELLI: Riposar... Lascia l'onde e riposar

FILIPPO: Lascia l'onde...

FARINELLI: e il vento

FILIPPO: il vento

FARINELLI: vento!

FILIPPO: vento!

FARINELLI: in- in- infido

FILIPPO: in- in- infido

FARINELLI: e nel gorgo

FILIPPO: gorgo

FARINELLI: gorgo

FILIPPO: gorgo

FARINELLI: del mio nido

FILIPPO: gorgo

FARINELLI: nido!

FILIPPO: gorgo

FARINELLI: nido

FILIPPO: gorgo... nido

FARINELLI: gorgo... nido

FILIPPO E FARINELLI: gorgo nido vento infido
e nel porto a riposar

FILIPPO: One Farinelli

FARINELLI: One king

FILIPPO: One God one Farinelli

FARINELLI: One King one God

FILIPPO E FARINELLI: One God One King One Farinelli
and we two for ever
and ever together.