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Programmazione 2019 - 2020   

(Schedule on 2019 - 2020) 

 

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Un tam che si chiama desiderio

Musiche di scena per la commedia di Tennessee Williams (2019)

Regia e scene di Pier Luigi Pizzi

Con Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci

 

 

Pesaro, Teatro Rossini,

17-20 ottobre 2019

Successivamente in tournée in Italia per la stagione 2019-20

 

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Verdi contro Wagner

(Bologna, 19 novembre 1871)

Melologo per voce narrante e pianoforte a 4 mani (2013)

Nuova versione a cura di Attilio Foresta Martin per voce narrante e cinque strumenti

Testo di Sandro Cappelletto

Voce narrante  Simone Ruggiero

Ensemble Bruno Maderna diretto da Gabriele Bonolis

Reate Festival XI Edizione

Auditorium Varrone, Rieti, 6 novembre 2019

Prima esecuzione assoluta della nuova versione

 

 

Verdi contro Wagner è un melologo per voce recitante e pianoforte a quattro mani, incentrato su un episodio significativo della vita e della parabola artistica di Giuseppe Verdi: la sua presenza a Bologna, il 19 novembre 1871, ad una delle repliche della prima rappresentazione italiana del Lohengrin di Richard Wagner, un avvenimento che suscitò una vasta eco nel mondo musicale italiano e che cadde in un momento particolarmente critico della personale vicenda artistica di Verdi, poche settimane prima del debutto egiziano di Aida.

         La sensazione di trovarsi in un ambiente ostile, tutto proteso verso la “musica dell’avvenire”, la volontà di rimanere rigorosamente in incognito, seminascosto in un palco laterale, la curiosità tenace nell’annotare lo spartito wagneriano riempiendolo di ogni sorta di osservazioni, l’improvviso tributo di affetto del pubblico bolognese con i “Viva Verdi!” incontenibili, esplosi a catena prima del terzo atto: queste ed altre emozioni vivono nel racconto di Luigi Monti rappresentante di Ricordi a Bologna e vicino al Maestro durante tutta quella storica serata.

         Nata per unirsi al ritmo e alle cadenze della narrazione, la musica si muove agilmente tra citazioni verdiane e wagneriane, che spiccano qua e là d’improvviso, come rilievi di spessore espressivo su di un tessuto di sottofondo dal carattere più neutro e distaccato.

 

 

Just before the egyptian première of Aida, in 1871, Verdi travelled from Genova to Bologna, to attend at the first Italian performance of Wagner’s Lohengrin. Sandro Cappelletto’s text tells us about that hystorical event, in a cold and raining evening of November: Verdi, hidden in a box of the theatre, writes furiously his remarks on the the vocal score of Lohengrin: it’s the first time, at least, he could listen the so celebrated “music of the future”.

The music runs close to the text and to the rhythm of the story: some occasional quotations of  Verdi’s and Wagner’s themes stand out suddenly as prominent, expressive elements within a mainly neutral and detached ground musical texture.

 

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The Nature in the grave

per flauto, clarinetto, percussione, pianoforte, violino e violoncello (2015)

Ensemble Sentieri selvaggi

Carlo Boccadoro, direttore

Roma, Sala Sinopoli, Auditorium Parco della Musica

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

13 novembre 2019  ore 20,30

 

Nato per il Festival di Sentieri selvaggi 2015, e all’ensemble dedicato, The Nature in the grave, è una breve suite strumentale, brillante e ricca di spunti melodici, tratta da un lavoro più ampio per voce e strumenti, basato sull’ultimo poemetto scritto da W. H. Auden prima della sua improvvisa morte, nel settembre del 1973. The Entertainment of the senses – questo il titolo del poemetto e del brano originario – è una critica tagliente al mito del Progresso che, lungi dal migliorare la condizione dell’uomo, ne corrompe inesorabilmnte lo spirito, i gusti e i comportamenti: si affacciano spesso le figure di Cupido e della Morte, rappresentata soprattutto dalla parola ‘grave’, (tomba), che chiude simmetricamente tutte le cinque sezioni del poema, ognuna dedicata ad uno dei cinque sensi.

 

 

Born for the Sentieri selvaggi Festival 2015, and dedicated to the ensemble, The Nature in the grave, is a brief instrumental suite, brilliant and full of melodic ideas, from a wider work for voice and instruments based on the last poem written by W.H. Auden before his sudden death in September 1973. The Entertainment of the senses - this is the title of the poem and of the original piece - is a sharp criticism of the myth of Progress that, far from improving the condition of mankind, works inexorably to corrupt the spirit, tastes, and behaviors of women and men: the figures of Cupid and Death often overlook, represented above all by the word 'grave', which symmetrically closes all five sections of the poem, each devoted to one of the five senses.

 

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Colazione di lavoro

Sei racconti in musica su testi di Claudio Gregori (Greg) (2019)

per flauto, clarinetto, percussione, pianoforte, violino e violoncello

Ensemble Bruno Maderna diretto da Gabriele Bonolis

Roma, Teatro Palladium, 56° Festival di Nuova Consonanza

17 novembre 2019, ore 18,00

Prima esecuzione assoluta

 

Colazione di lavoro è il titolo di uno dei sei racconti, tratti dalla raccolta Racconti brevi di Claudio Gregori (in arte, Greg), che costituiscono il testo di questo 'melologo', una forma artistica basata sull'unione di musica e parola parlata , oggi molto frequentata da scrittori e musicisti, che forse trovano in essa la possibilità di incrociare, potenziandoli reciprocamente, i rispettivi linguaggi.

Partendo dal carattere dei Racconti brevi, molto legati ad una osservazione attenta del nostro vivere quotidiano, con tutti i suoi tick, le sue cattive abitudini, le sue frenesie e le sue fobie, i due autori hanno pensato di creare un percorso 'emotivo' che da una tinta più ironica e divertita, gradualmente evolvesse verso situazioni più ombrose e inquietanti, senza mai perdere di vista, però, il tono 'leggero' che attraversa lo stile di tutti i racconti. La musica si alterna a tratti con la lettura, ma più spesso s'intreccia con essa, insinuandosi nelle sue pieghe e nei suoi ritmi, con il supporto di un gruppo strumentale di sei elementi.

 

 

Colazione di lavoro (Working Lunch) is the title of one of the six stories, taken from the short stories collection by Claudio Gregori (well known as  Greg), which constitute the text of this 'melologue', an art form based on the union of music and spoken word, nowadays much frequented by writers and musicians, who perhaps find in it the possibility of crossing, mutually enhancing, their respective languages.

Starting from the character of the short stories, very tied to a careful observation of our daily life, with all its ticks, its bad habits, its frenzies and its phobias, the two authors have thought of creating an "emotional" path that from a more ironic and amused tone, gradually evolved towards more shady and disturbing situations, without ever losing sight of, however, the 'light' tone that runs through the style of all the stories. The music alternates at times with the reading, but more often intertwines with it, insinuating itself in its folds and in its rhythms, with the support of an instrumental group of six elements.

 

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Umana Passione

Sette musiche per quartetto d’archi (2015)

Letture di Sandro Cappelletto

tratte da Il Vangelo secondo Gesù di Josè Saramago

Quartetto Guadagnini

Associazione Roma Tre Orchestra

Roma, Teatro Palladium, 17 marzo 2020 ore 19

 

 

L’idea di Umana Passione nasce sulle tracce delle celebri Sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce, capolavoro scritto da Haydn in tre differenti versioni, per quartetto d’archi, per orchestra e per soli, coro e orchestra. Il Vangelo secondo Gesù Cristo di José Saramago si pone senz’altro come una fra le più alte e inquietanti testimonianze di oggi sulla vicenda umana di Cristo. All’interno dell’ultima parte del testo di Saramago, quella dedicata alla Passione, Sandro Cappelletto ha individuato sette ‘quadri’ che colgono i momenti più significativi di quel percorso, sostituendosi idealmente alle sette, evangeliche frasi di Gesù.

Come avviene in Haydn, anche qui la musica, attraverso i propri, astratti mezzi d’espressione poetica e il suo costante anelito alla costruzione d’una forma, si propone come autonomo ripensamento dei contenuti delle letture. Diversi, questi ultimi, dalle canoniche citazioni evangeliche, diversa la temperatura di questa nuova musica, che non può prescindere dalla drammaticità, dalla crudezza e finanche dalla violenza del suo riferimento letterario, pur senza rinunciare all’intima elaborazione, al cesello raffinato della scrittura, che accetta l’eredità della secolare tradizione quartettistica.

 

 

The idea of ​​Umana Passione was born on the traces of the famous Seven last words of our Redeemer on the cross, a masterpiece written by Haydn in three different versions, for string quartet, for orchestra and for soli, chorus and orchestra. The Gospel according to Jesus Christ by José Saramago is undoubtedly one of the highest and most disturbing testimonies of today on the human story of Christ. Within the last part of the text of Saramago, the one dedicated to the Passion, Sandro Cappelletto has identified seven short sections, that ideally replace the seven, evangelical phrases of Jesus quoted in the Haydn’s score.

As in Haydn, here too music, through its own abstract means of poetic expression and its constant yearning for the construction of a form, proposes itself as an autonomous reflection about the contents of the readings. As are different these contents from the canonical, evangelical quotations, different is the temperature of this new music, which can not ignore the drama, the crudeness and even the violence of its literary reference, without renouncing, however, the intimate processing, the refined chisel of writing, accepting the legacy of the age-old quartet tradition.

 

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… “Sei tu il figlio di Dio?”, gli domandarono.

Gesù rispose nel modo enigmatico cui aveva abituato chi lo ascoltava: “Se io non lo fossi, Dio ti renderebbe muto prima ancora di consentirti di domandarmelo”.

 

 

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 ‘Lavori in corso’  (Work in progress)

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Hérodiade

Poema musicale in tre parti su testo di Stéphane Mallarmé

(Musical Poem in three parts on a text by Stéphane Mallarmé)

per 2 voci femminili e ensemble strumentale

1. Ouverure 2. Scène 3. Cantique de Saint Jean

 

 

         Questo lavoro, che prevede una fase piuttosto lunga di gestazione e lavorazione, si propone di dare una veste musicale ad una fra le più enigmatiche e complesse opere di Mallarmé, quella Hérodiade che, comparsa sotto questo titolo nell’edizione definitiva della Pléiade, non è mai stata portata a compimento dal poeta, che per quasi tutta la sua vita ne ha inseguito, senza riuscirci,  la forma definitiva. Anche in questa veste incompiuta, quest’opera si presenta in tutta la sua pienezza e la sua forza, ricca di suggestioni teatrali che Mallarmé stesso intuì, preferendo poi lasciarla in forma puramente poetica. Incentrata sulla figura simbolica di una protagonista che riunisce in sé i tratti dei due personaggi biblici di Erodiade e di sua figlia Salomè, Hérodiade si divide in tre parti: una Ouverture, in cui parla da sola un’anziana Nutrice di Erodiade, una Scène, dove, nel dialogo con la Nutrice, si sviluppa la complessa personalità di Erodiade, e il conclusivo Cantique de Saint Jean, molto diverso nel metro e nel carattere dalle due precedenti sezioni, quasi un dialogo immaginario tra la protagonista e la testa mozzata del profeta. La realizzazione musicale dell’opera prevede due voci femminili di diverso colore (una più drammatica e una più leggera) e un ensemble di 6/8 esecutori, scelti prevalentemente tra gli strumenti a tastiera e a percussione.

 

The project of this work is based upon one of the most wide and enigmatic poems written by Stéphane Mallarmé. The French poet, throughout all his life, pursued a defined form for this poem, ever realizing the dramatic and theatrical power of the matter, but, in the end, setting it only in a poetic form. Here the protagonist is  Hérodiade, a symbolic figure who joins together the two biblical characters of Salome and his mother Erodiade. The whole text divides into three parts, the first one being an Ouverture in which speaks an ancient Nurse, the second one a Scène, where Hérodiade appears and in its dialogue with the nurse develops its complex personality, and the third one, Cantique de Saint Jean, an imaginary dialogue between the protagonist and the severed head of the Prophet, where character and metrics are very different from the previous two sections. The musical realization of the work consists of two different female voices (a more dramatic and a lighter one) and an instrumental group of 6-8 performers, mainly chosen from among keyboard instruments and percussion.

 

 

Da  Scène:

 

……. J'aime l'horreur d'être vierge et je veux / Vivre parmi l'effroi que me font mes cheveux/ Pour, le soir, retirée en ma couche, / reptile Inviolé sentir en la chair inutile / Le froid scintillement de ta pâle clarté / Toi qui te meurs, toi qui brûles de chasteté, / Nuit blanche de glaçons et de neige cruelle ! / Et ta soeur solitaire, ô ma soeur éternelle / Mon rêve montera vers toi : telle déjà, / Rare limpidité d'un coeur qui le songea, / Je me crois seule en ma monotone patrie / Et tout, autour de moi, vit dans l'idolâtrie / D'un miroir qui reflète en son calme dormant / Hérodiade au clair regard de diamant... / O charme dernier, oui ! je le sens, je suis seule.